Ficarra, come eravamo

15,00


Autore:
Franco Tumeo
Pubblicazione:
08/2020
Formato: Libro
Ristampa:
 01/2021
Dimensioni:
 21×21
Numero pagine: 140

Descrizione

Cento scatti fotografici, cento scatti di memoria per raccontare, attraverso le immagini, un secolo e più di storia, politica, lavoro, istruzione, costume in un antico borgo nebroideo. Via via, infatti, che lo scorrere inesorabile del tempo cancella uomini e cose per far posto ad altri uomini e ad altre cose, restano proprio le immagini a dirci chi eravamo, dove e come siamo vissuti.
Sono ormai 170 anni che la fotografia accompagna la nostra quotidianità, trasformando di fatto la vita individuale e di comunità, privata o pubblica che sia, in patrimonio di memoria condiviso. Con lʼinvenzione di Daguerre, il desiderio insopprimibile e antichissimo di celebrare e fermare per un tempo infinito, seppure nellʼillusione di una foto, persone ed eventi e consegnarli al sogno impossibile dellʼeternità, diventa pratica facile, popolare e diffusa, tale da introdurre persino concetti del tutto nuovi nella narrazione della società e conseguentemente anche nella formazione degli archivi: non più o soltanto fogli vergati a mano, ma rappresentazioni della realtà stampate su carta fotografica da affidare alle generazioni che si susseguiranno perché si conservi traccia del passato.
Lʼintroduzione della fotografia, insomma, si configura come una vera e propria rivoluzione, tanto da sostituire rapidamente la tradizionale pittura ritrattistica e documentale, unico strumento fino ad allora tecnicamente disponibile, peraltro esclusivo culturalmente ed economicamente delle classi aristocratiche e della borghesia benestante. La novità della fotografia però non si apre subito a tutti, ma a larghe masse certamente sì permettendo finalmente facilità nel riprodurre e archiviare, anche inconsapevolmente, ogni cosa: ricordi privati e fatti storici, luoghi e città, trasformazioni urbane, sociali ed economiche. Ogni aspetto del vissuto quotidiano viene raccontato attraverso la fotografia. Un racconto per immagini di immagini che arrivano dal passato, che consentono di interpretare il presente e soprattutto di pianificare il futuro poiché non ci può essere futuro per una comunità che non conosce il proprio passato.
Lʼelenco di immagini che raccontano di Ficarra, della sua storia, delle sue trasformazioni, della sua gente è piuttosto lungo. Eccetto qualche pregnante esempio descritto, non interessa però qui una disamina delle informazioni che le singole foto potrebbero darci sul passato di Ficarra, ma sottolinearne il ruolo fondamentale nel recupero della memoria: senza immagini cioè, solo ipotesi possono essere formulate su “comʼera“, su “comʼeravamo“. Con le fotografie invece una parte significativa del vissuto di questo paese, delle sue tradizioni, delle tante stratificazioni culturali sedimentate nel corso dei secoli, emerge dallʼoblio in cui lʼinconsapevolezza lʼaveva confinata.
Un viaggio nella memoria attraverso le foto alla ricerca, si diceva, di uomini e cose, di storie, di vicende, di quel vasto universo che è il nostro passato il quale, nel tempo, ha modellato il paese come oggi noi lo conosciamo e lo viviamo. Riprendendo lʼexcursus storico, il primo Novecento registra lʼaffermazione e la diffusione, anche nei piccoli centri, della cartolina illustrata da cui deriverà un sostanziale contributo per il recupero della memoria perduta attraverso le immagini, soprattutto di monumenti, edifici pubblici, scorci urbani, paesaggi. Fotografi provenienti da Messina e da altri importanti centri girano per il territorio immortalando ogni cosa con la loro macchina fotografica, ancora ingombrante, per farne poi graziose cartoline con “Saluti da…”.

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